La prevenzione parte dalla tavola:
Perdere peso aiuta rimanere incinta

Lo studio

Secondo uno studio dello University Medical Centre di Groningen, in Olanda è emerso che pochi chili in meno possono fare la differenza nelle possibilità di concepimento, aiutando le donne in sovrappeso o obese ad avere una gravidanza in modo naturale senza ricorrere ad esempio alla fecondazione in vitro. Basterebbe perdere circa quattro chili e mezzo in sei mesi per raddoppiare le possibilità di concepire in modo naturale. Gli studiosi hanno esaminato 577 donne, con problemi di fertilità e che erano in forte sovrappeso o obese, cioè con un indice di massa corporea che andava da 29 (forte sovrappeso) a 35 (obesità)(Calcola l'indice di massa corpore IMC). La metà ha ricevuto indicazioni sulla perdita di peso, un intervento della durata complessiva di sei mesi, prima di andare incontro a 18 mesi di eventuali trattamenti per la fertilità, l'altra metà è' stata invece considerata come gruppo di controllo e ha fatto unicamente i trattamenti per la fertilità. Nel gruppo che è stato messo a dieta e ha fatto esercizio fisico la perdita di peso complessiva è stata di 4,4 chili rispetto a circa un chilo del gruppo di controllo e una donna su quattro è rimasta incinta rispetto a poco più di una su dieci ( 12,6 per cento).



"Abbiamo rilevato che un intervento sullo stile di vita nelle donne obese porta più frequentemente al concepimento naturale , in particolare in quelle 'anovulatorie', in cui cioè il ciclo mestruale si interrompe o è occasionale."Questo dimostra che l'intervento sullo stile di vita, soprattutto nelle obese che non ovulavano più - premette Anne van Oers, del centro medico universitario di Groningen - non solo deve essere proposto prima di ogni trattamento per l'infertilità ma dovrebbe anche ragionevolmente essere offerto come trattamento di prima linea". Prima, cioè, di qualunque altra cosa.

Per chi invece non ha problemi?

L'alimentazione ha una diretta influenza sulla salute della gestante, sull'andamento della gravidanza e sullo stato di nutrizione del neonato. La gestante dovrebbe trovarsi all'inizio della gravidanza possibilmente intorno al suo peso ideale, stabilito in base all'età, all'altezza e alla costituzione, e conservarlo durante i primi tre mesi, dopodiché l'aumento deve essere graduale fino a raggiungere al momento del parto il massimo di 8-10 kg circa. Durante i primi tre mesi, pertanto, basterà mantenere una dieta il più possibile varia ed equilibrata, con particolare attenzione all'apporto proteico, vitaminico e salino, senza aumentare la quota calorica complessiva. Le proteine devono essere prevalentemente d'alto valore biologico. Il periodo iniziale è quello più difficile della gravidanza, caratterizzato spesso da nausee, inappetenza, intolleranza, in particolare per la carne. Nei casi di maggiore intolleranza è opportuno sostituire all'alimento sgradito altri di pari valore nutritivo. Per esempio, se è la carne a non essere tollerata, si possono inserire il pesce, le uova, i formaggi, le associazioni di cereali e legumi. Un'altra fonte di squilibrio alimentare in gravidanza è rappresentata dagli "attacchi di fame", che sono soddisfatti con il ricorso ad alimenti ricchi di glucidi (pane, pasta, dolciumi), che oltre a provocare squilibri fra i vari nutrienti, a scapito di solito delle proteine, predispongono a notevoli incrementi di peso. E' necessario quindi controllare la quantità di glucidi introdotta quotidianamente, ricordando che la fame esagerata è spesso dovuta a fattori psicologici, più che ad un reale bisogno di cibo. Dal secondo trimestre, si cominciano ad avere esigenze specifiche: il fabbisogno proteico aumenta secondo l'EFSA di 1 g, 9 g e 28 g al giorno rispettivamente per il primo, secondo e terzo trimestre. Le proteine sono, infatti, fondamentali ai fini plastici, cioè di costruzione dei tessuti; con l'avanzare della gravidanza esse devono pertanto aumentare, visto che si sta "costruendo" un nuovo organismo. La stessa esigenza si presenta per i sali di calcio e fosforo necessari alla formazione dello scheletro e per il ferro indispensabile nella formazione dei globuli rossi del sangue. Una somministrazione inadeguata provocherebbe gravi carenze soprattutto alla madre (decalcificazione, anemie) perché il feto toglierebbe dalle sue riserve tutto quanto gli serve. E’ importante provvedere ad una adeguata introduzione di liquidi ed anche sali minerali, specie nei casi di iperemesi gravidica (nausea e vomito incontrollabili). Il fabbisogno di vitamine aumenta, specie la A e la D in stretto rapporto all'aumentato fabbisogno di calcio e fosforo. La necessità di vitamine del gruppo B aumenta invece in relazione all'aumento dell'apporto calorico glucidico. Per quanto riguarda la forma di somministrazione delle vitamine, è preferibile assumerle per via normale, cioè tramite alimenti, anziché sotto forma di preparazioni farmaceutiche. Le vitamine abbondano nella frutta e nella verdura cruda, nonché nei cereali integrali e nei prodotti comunque non raffinati. La quota lipidica, cioè i grassi, non subisce in gravidanza variazioni particolari in senso quantitativo rispetto alla norma. La loro presenza tra l'altro è necessaria perché "veicoli" nell'assorbimento di alcune vitamine liposolubili (A, D, E, K), che sono di particolare importanza. I carboidrati, infine, sono in genere più graditi dalla gestante, ma sono anche i maggiori responsabili dell'eccessivo aumento di peso. Il loro fabbisogno aumenta con l'avanzare della gravidanza parallelamente all'aumento di dispendio energetico che la gestazione comporta, ma anche in funzione del livello di attività fisica e lavorativa della gestante. E' opportuno dare la preferenza agli amidi (pane, pasta, patate, cereali, legumi) rispetto agli zuccheri semplici (zucchero, dolci). Pane e riso integrali possono benissimo sostituire pane e riso raffinati sia perché possiedono una maggiore quantità di sali minerali e vitamine, sia perché apportano una notevole quantità di fibra grezza, che, favorendo la peristalsi intestinale, contribuisce a combattere la stitichezza, tanto frequente in gravidanza. Per quanto riguarda il consumo di alcol e caffè è opinione comune che un bicchiere di vino a pasto e due caffè al giorno si possono prendere con tutta tranquillità, ma si tratta di una convinzione del tutto errata, soprattutto per quanto riguarda l'alcol. In gravidanza è bene cessare del tutto il consumo di alcol e smettere di fumare. .

In allattamento?

Durante l'allattamento è necessario un maggior apporto di energia e di alcuni principi nutritivi, per compensare le perdite dovute alla produzione di latte. L'energia occorrente deriva soprattutto dagli alimenti e in parte dall'energia immagazzinata nelle riserve corporee durante la gestazione. In pratica si calcola che per secernere la quantità media di latte giornaliera (circa 850-1.000 ml) occorrono alla donna 500 kcal in più rispetto al fabbisogno quotidiano normale. La nutrice deve bere molto, poiché l’acqua è il costituente fondamentale del latte; evitando bevande che possano alterare il sapore del latte come alcune tisane. Importante la quota proteica; fino al 20% delle calorie totali giornaliere, a scapito di quella glucidica (50%), mentre la quota lipidica resta stabile sul 25/30% circa.


Bibliografia:

-Lifestyle studies
-Fondazione Veronesi